La Commissione Affari Sociali della Camera approvato l’art. 4

Carissimi,

la Commissione Affari Sociali della Camera, oggi pomeriggio ha approvato l’articolo 4 sbloccando una questione che impattava su tutto l’iter del DDL Lorenzin.

Come ho già avuto modo di denunciare, la lobby dei fisioterapisti presente in commissione, appoggiata da esponenti del PD, ha fatto muro sul nostro riconoscimento ed ora, dopo una faticosa kermesse, la situazione si è sbloccata con la nuova riformulazione dell’articolo, che individua l’osteopatia come professione sanitaria, rimandandone il riconoscimento al percorso previsto dal nuovo articolo 3 a firma Marazziti.

Ci sono parecchie considerazioni da fare.

Abbiamo fatto un grandissimo lavoro, per cui ora l’osteopatia è un tema rilevante che gode di consenso e che le istituzioni devono affrontare. Non a caso siamo arrivati fino a qui, ottenendo l’approvazione del Ministro della Salute e del Senato, che ha votato per il nostro riconoscimento a larga maggioranza. Nonostante il PD si sia ora schierato per proteggere interessi di una categoria fortemente rappresentata nella stessa commissione, non siamo stati né stralciati, né è passato l’emendamento Lenzi. Noi ad oggi siamo una comunità di fatto riconosciuta, in continua crescita culturale e professionale. Il nostro radicamento nel territorio, nelle strutture che si occupano di salute, l’incremento della ricerca, l’affermazione dell’osteopatia come professione in Europa e in tutto il mondo, fanno dell’osteopatia una professione sempre più presente nella cultura e nella gestione della salute del paziente, ed è all’attenzione delle nostre istituzioni.

L ’individuazione dell’osteopatia come professione sanitaria è sicuramente un’indicazione forte, perché sancita da una legge primaria dello Stato e attiva le tappe per il riconoscimento (che erano previste anche dal precedente rticolo4), che dovremo affrontare con la serietà, la fermezza e l’impegno che hanno contraddistinto il lavoro di questo consiglio direttivo e di tutti voi.

Ad oggi per noi professionisti nulla è cambiato. Dopo che il DDL sarà passato in aula per approvazione (cosa che non dovrebbe più prevedere difficoltà), dovrà ritornare in Senato per ultima lettura, dopodichè si attiverà l’iter previsto per il riconoscimento della professione, al quale ci stiamo già preparando.

In questi anni abbiamo lavorato fortemente per essere attrezzati a sostenere le richieste ed il confronto con i vari organi e commissioni preposti per la definizione delle competenze, della formazione, per l’individuazione delle equipollenze e del pregresso. Quest’anno abbiamo elaborato, insieme a tecnici esperti della materia, il documento sul Core Competence dell’osteopata, che presto sottoporremo al vaglio della comunità. Continueremo a mettere in campo le strategie necessarie per far fronte agli ostacoli che incontreremo, perché sappiamo che il percorso sarà molto impegnativo.

La nostra richiesta di riconoscimento della professione è legittima, attuale, sinergica con l’Europa, in sintonia con i principi sanciti dal nuovo concetto di salute, non è contro qualcuno e non è nemmeno una lotta corporativa.

Noi abbiamo attivato questo percorso con grande senso di responsabilità sapendo che avremmo dovuto guardare al futuro, per l’osteopatia, per i nuovi professionisti e per i giovani in formazione, garantendo tutti gli osteopati che l’hanno fatta crescere e che ne hanno fatto la loro professione. Dobbiamo ancora impegnarci per implementare le nostre competenze, per produrre maggiori evidenze, per adeguare la formazione agli standard richiesti. La strada è ancora lunga, certamente non ci fermiamo: facciamo tesoro del risultato ottenuto e andiamo avanti con più tenacia di prima.

Paola Sciomachen