Comunicazione del Presidente ROI

Cari soci,

 

avrei voluto fare una comunicazione per avere un vostro feedback sui servizi che stiamo incominciando ad erogare a tutti gli associati ma mi sento di dover riprendere il discorso che sta alla base del nostro mandato e cioè del riconoscimento della nostra professione.

Come ormai consuetudine, sono stata invitata in qualità di presidente del ROI, al Congresso MEDCAM perché l’osteopatia è una medicina complementare (CAM) e come tale va considerata. Illustrerò il percorso intrapreso dal ROI , della nostra richiesta di essere normati all’interno delle professioni sanitarie di ruolo per salvaguardare l’autonomia e le competenze, tipiche della nostra professione, in un rapporto di complementarietà e non alternativo alle altre professioni sanitarie già esistenti. Sperimentiamo questo tutti i giorni con i nostri pazienti che gestiamo in piena sinergia con medici e fisioterapisti.

A tale proposito vorrei sottolineare che nella pratica quotidiana noi assistiamo veramente al dialogo sempre più costruttivo con le altre figure sanitarie, con il mondo accademico, con le strutture ospedaliere. Nei fatti non esiste una reale contrapposizione, se non all’interno di uno scambio poco significativo di lettere con chi rappresenta interessi di categoria.

Per il futuro non vorrei dover intervenire su sterili polemiche ma riportare il discorso sul vero problema che è quello della necessità che la nostra professione sia regolamentata e riconosciuta  per tutelare i nostri pazienti, per garantire noi osteopati e per poter continuare a ricoprire il ruolo che fini ad oggi abbiamo avuto e che ci è stato riconosciuto sia dai pazienti sia da quanti medici e sanitari si occupano in modo cosciente ed illuminato della salute dei cittadini. Questo a condizione di offrire professionalità, qualità e competenza. Garanzia di questo è il riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria.

Io non amo le sfide impossibili e se insieme al direttivo continuiamo nel percorso di riconoscimento di professione sanitarie autonoma, è perché riteniamo ci siano i presupposti e le condizioni per poterlo fare.

In caso contrario sarà nostra cura convocarvi per valutare insieme altre soluzioni possibili.

il nostro impegno che noi volentieri sosteniamo potrà avere un epilogo positivo anche a condizione che i professionisti lavorino a tal fine, secondo ruoli e competenze, nella formazione, nella professione, nella ricerca, nella divulgazione della cultura e dell’informazione in ambito osteopatico. Non  c’è l’intenzione di svendere nulla, ma al contrario di valorizzare ciò che fino ad ora è stato fatto, fuori dal buio, dall’ignoranza ma ricercando conferme nella ricerca , nella pratica clinica, nello studio, partendo dai principi che hanno promosso l’osteopatia verso nuove conoscenze, così come avviene in tutti gli ambiti.

Come Associazione, stiamo lavorando molto per alzare il livello della comunicazione tra i nostri soci e verso l’esterno, stiamo organizzando alcune iniziative (congresso, eventi macro regione, corsi di aggiornamento), stiamo aumentando la possibilità di avere nuove convenzioni o promozioni di vario genere, per consentire a tutti noi di poter utilizzare la nuova tessera ROI, per ridare il senso di appartenenza ad un’associazione che lavora per far crescere la propria identità e dignità innanzitutto come professionisti e poi come uomini e donne.

Per questo, penso sia importante ricordare che il riconoscimento vede impegnati tutti noi in una crescita collettiva, riconoscendo come assolutamente fisiologico avere dei nemici che ostacolano il nostro percorso, ma facendo attenzione a non essere noi l’ostacolo al riconoscimento come professionisti sanitari, ma il motore, la cui energia ci viene data ogni giorno anche dai nostri pazienti, che ringraziamo e a cui dobbiamo questo sforzo. La richiesta di essere inseriti come professione sanitaria NON significa essere equiparati ai medici, ma, mantenendo il nostro profilo professionale e le caratteristiche tipiche della nostra professione, avere la possibilità di trattare i nostri pazienti con tutte le problematiche che presentano attualmente quando vengono alla nostra consultazione, senza incorrere in abuso di professione sanitaria, in quanto competenti nella gestione di persone con problemi di salute. Ciò che nel concreto fa esistere una professione sanitaria è il profilo professionale che la costituisce. All’interno del profilo di cui il ROI sta discutendo con le istituzioni, c’è tutta la nostra professione di cui, io come vostro Presidente, da 25 anni svolgo quotidianamente, presentandomi con la qualifica di osteopata, come spero facciate anche voi nei vostri studi professionali.

Infine ci tenevo a dirvi che non intendiamo ignorare il contributo datoci attraverso la petizione che presenteremo in tempi brevi al ministero.

 

Un caro saluto

 

Paola Sciomachen